Lunedì 21/05 alle 18.00 ospiteremo a MUG la presentazione del libro “Da grande” di Giulio Xhaet. Non sarà una classica presentazione frontale, bensì una sessione interattiva e didattica che attraverso domande generative stimolerà i partecipanti a pensare a loro stessi e alle cose che vogliono fare da grandi.
Chi è Giulio Xhaet? Com’è nata l’idea per un libro del genere? Cosa dobbiamo aspettarci per lunedì sera?
L’abbiamo chiesto direttamente a lui che si è raccontato ai nostri microfoni.
Ciao Giulio, ti va di raccontarci la tua storia?
In estrema sintesi posso dire che ho fatto un percorso abbastanza poliedrico… Mi sento una di quelle persone sono state “contaminate” da più parti, nell’accezione positiva del termine. Il percorso parte come musicista, fino a 29 anni facevo il rockettaro scapestrato, ma poi a quell’età la mia vita è radicalmente cambiata e ho cominciato a lavorare nella comunicazione. Visto che mi piaceva scrivere, avevo cominciato a scrivere di digitale, la cosa divertente è stata che io di digitale non ne capivo niente, pur avendo fatto scienze della comunicazione. Nel tempo però ho sviluppato una conoscenza parallela mentre suonavo perché mi occupavo di gestire le pagine internet e social della band. Utilizzavo prima Myspace (perché all’epoca c’era quello) poi sono approdato anche su YouTube, Facebook, sul blog… Visto che mi piaceva comunicare ho studiato e imparato come funzionava la comunicazione digitale, stiamo parlando degli anni 2008-2009 circa, ancora non si parlava di social media manager e simili.
Da lì ho cominciato a lavorare nel mondo digital, ho anche lanciato due startup e poi ho cominciato a collaborare come formatore prima con la 24ore Business School (con la quale collaboro tutt’ora) e poi anche con Newton, che è una società che si occupa di formazione, consulenza ed eventi per le grandi aziende. Io mi occupo della parte più “umanistica”, soft, quindi sono consulente a livello culturale: parlo di nuovi tipi di leadership, di coinvolgimento, di sviluppo del talento… Dal digitale mi sono spostato alla tematica dell’orientamento cioè rispondere alla domanda “chi vuoi diventare da grande”, come sviluppare le tue passioni, i tuoi talenti e vocazioni.
Aggiungo che è molto importante ricordarsi e coltivare quelle che sono le proprie passioni personali extralavorative anche perché ci cambiano tanto e ci rendono unici come professionisti. Per esempio, una persona che lavora in comunicazione ma che ha esperienze nel mondo sportivo avrà caratteristiche uniche che lo renderanno unico anche nel posto di lavoro. Appunto per me aver fatto il musicista ha cambiato il modo di lavorare.

Com’è nata l’idea di mettere giù i tuoi pensieri in questo libro?
L’idea è arrivata durante il periodo di lockdown perché in quel periodo sono stato colto dalla sindrome dell’impostore. Dentro di me c’era una vocina che diceva sempre:
“tu parli sempre di come fare strategie di comunicazione, di come usare i social, ecc, però non lo fai poi sui tuoi profili. Sembri uno che dice agli altri cosa devono fare perché non è capace di farli lui”
Io però non usavo i social personali perché non volevo fare l’influencer, non ne avevo neanche il tempo. Durante il lockdown però mi sono promesso di iniziare a declinare le cose di cui mi piace più parlare (purpose, passioni, talenti) sui canali social, in particolare Instagram e Linkedin. Così negli anni ho prodotto un sacco di materiale e generato un grande interesse che non mi sarei aspettato da parte delle persone. Quindi ho approfondito tutto quel materiale e ho deciso di farne un libro. Diciamo che la sindrome dell’impostore mi ha spronato prima a mettermi in gioco sui social, poi dalle ricerche e dai contenuti realizzati, insieme al materiale che utilizzo quando faccio formazione, ho scritto il libro.
Come ti piacerebbe sviluppare l’evento di lunedì 21/05?
Mi piacerebbe tantissimo poter conoscere le persone che verranno, facendo loro anche delle domande su chi sono, cosa vogliono fare o su chi vogliono diventare, giocando insieme attraverso le cosiddette “domande generative”. Esistono alcune domande che se ci facciamo e le elaboriamo danno delle scintille inaspettate sulle cose che potremmo ancora fare e diventare. Mi piacerebbe tantissimo, come accaduto in altre tappe del tour italiano di Da grande, conoscere i partecipanti e rimanere poi in contatto con loro, creando una rete di “belle persone”. Vi aspetto!
Iscriviti gratuitamente al seguente link (partecipazione gratuita fino a esaurimento posti)!
